Archivio | giugno, 2009

top five #2 – 29 giugno – 5 luglio

29 Giu

Michael Jackson – Bad

In questi giorni si sta parlando tanto, spesso a sproposito, di colui il quale, a distanza di oramai 22 anni dall’ultimo singolo veramente ispirato della sua carriera infinita (“Bad”, appunto), viene ancora considerato da molti il re del pop. Jackson verrà ricordato per decenni come il testimone della fragilità dell’uomo come categoria antropologica. Lui, in primis, giunto all’apice di qualsiasi cosa (senza aver avuto il tempo di godere di questa ascesa) ma incapace di accettarsi a tal punto da immaginare di poter cambiare il colore della sua pelle, forse per non sentirsi speciale, almeno per una volta. Le accuse di pedofilia mai veramente chiarite (è di questi giorni la smentita di un bimbo che aveva testimoniato contro di lui), 500 milioni di dollari di debiti a fronte di 700 guadagnati, farmaci, lavande gastriche, 50 concerti pianificati a Londra per sanare quella falla manco fosse uno schiavo, misteri, corsa all’eredità, fuga dai debiti.  Noi tutti, addetti ai lavori ed opinione pubblica, lì a spremere ogni risorsa fisica, artistica e mentale ed ora tutti in fila, neanche troppo ordinatamente, a piangere. Chi sarà il primo avvoltoio pronto con la sceneggiatura in mano?

Fabri Fibra – Speak English

Sono uno degli ultimi difensori di un musicista universalmente mal sopportato all’interno del music-biz italiano. Chiariamo subito: come rapper Fibra ha perso colpi, e già da diversi anni. Ma mi piace per il coraggio. E’ stato il primo ad aver scavalcato la cortina di ferro del successo commerciale, firmando per la multinazionale prima di tutti gli altri. E in quanto “avanguardista” ha preso le mazzate che tutti gli altri si sono risparmiati. Lui è rimasto lì, fermo con i piedi saldi a terra, ha una macchina di professionisti alle spalle, i suoi brani potrebbero tranquillamente renderlo una star europea. In Italia continuiamo a disdegnarlo, così come disdegniamo tutta la gente che ha fatto successo attraverso la coerenza e senza ringraziare nessuno.

Oi Va Voi – S’brent

In un periodo storico in cui l’unità tra I popoli e le culture sembra essere un fattore accessorio se non addirittura un fastidio, gli Oi Va Voi (espressione Yiddish che vuol dire qualcosa tipo “oh Mio Dio!”) sembrano dimostrare al mondo come l’arte trascenda il comune sentire e sappia dare l’esempio. Questo quartetto, che inizialmente vantava KT Tunstall alla voce, mescola klezmer, musica mediterranea, folk ed elettronica con fascino e sapienza. E mentre il singolo “Every time” si affaccia, seppur molto timidamente, tra radio e tv musicali, occorre lanciare in orbita questo brano, cantato in lingua madre dall’ungherese Agi Szaloki.  Un gruppo figlio del nostro tempo, capace di mescolare tradizione ed innovazione e di riuscire in quel Meltin’Pot che non affascina (più) il mondo occidentale.

Gossip – Men in love

I Gossip sono un terzetto del Kansas che per circa 7 anni hanno suonato senza fare rumore alcuno. A vederli, sembra impossibile che una cosa del genere sia successa. La loro frontman, infatti, non può passare inosservata nemmeno se si applicasse con il massimo impegno. Si chiama Beth Ditto, pesa 120 kg, è lesbica dichiarata, spesso si spoglia sul palco durante le esibizioni, balla nei video, canta da Dio. E scrive anche i suoi testi: il ritornello di questo brano fa “men in love, with each other”. Arriverà come singolo nei prossimi mesi e tutti noi, a destra e a sinistra, balleremo la canzone dell’orgoglio omosessuale.

Daniel Merriweather – Red

L’Inghilterra è il miglior posto dove far musica. Non si fanno mancare nulla. Inventano generi, ne affossano altri, ne rivalutano altri ancora, trasformano tutto in gossip, organizzano concerti megagalattici, non sembrano essere stati minimamente scalfiti dalla spaventosa crisi del mercato discografico mondiale, continuano a divertirsi e a determinare gusti ed opinioni del resto del mondo. Nel traino, però, ci finiscono anche ballate esageratamente melense e figlie del miglior Elton John. In questo eccesso di pop finisce di diritto Daniel Merriweather, che da Melbourne finisce a Londra a cantare per Mark Ronson (il produttore di Amy Winehouse e Lily Allen, per far capire di chi stiamo parlando), salvo poi cadere nell’intimismo più becero.  La fregatura, però, c’è: se date tre o quattro ascolti a questa “Red”, capirete perché, in una sorta di darwinismo musicale, dalle ballate non ci si libera mai.

top five 22-28 giugno

24 Giu

Da questa settimana la topfive è anche su BariLive. La troverete ogni lunedì nella mia rubrica.

http://www.barilive.it/news/news.aspx?idnews=13945

Domenico Modugno – Malarazza

“Tu ti lamenti, ma che ti lamenti. Prendi il bastone e tira fuori i denti”. Potrebbe essere questo il mantra di questi mesi baresi, fatti di toni aspri, di interessi fortemente contrapposti, di visioni e versioni del mondo diverse, antitetiche. E’ antipatico parlare di buoni e di cattivi, è antipatico parlare di “malarazza”. Ha vinto chi ha lavorato senza lamentarsi, chi ha preso il bastone e non si è aspettato nulla in cambio, ha vinto chi ha tirato fuori i denti.
Jack Peñate – Be the one

In Inghilterra lo chiamano “Penati”, e di questi tempi il nome poteva essere facilmente frainteso. Ora che Penati ha perso (recuperando 11 punti al ballottaggio), possiamo anche spiegare agli inglesi che si pronuncia “Pegnati” a causa della tilde nel cognome. A loro, invece, non dobbiamo certo spiegare il talento di questo 25enne anglo-spagnolo già al secondo album, ”Everything’s new”, uscito proprio ieri. Jack scrive, suona e canta tutto da solo. Le premesse per il grande salto di qualità ci sono tutte: ascoltate l’altro singolo, “Tonight’s today”, già in rotazione in tutta Italia, per conferma.

Deep Purple – smoke on the water

Uno dei riff più conosciuti ed importanti della storia della musica rock ha trovato nuova e insospettabile linfa in Italia grazie all’accostamento di questo capolavoro del 1973 a un programma essenziale della televisione italiana, “Lucignolo Bellavita”, che occuperà le nostre afose serate estive e ci farà sognare di essere lì, in Sardegna, a Villa Certosa, o a Cala Di Volpe, o al Billionaire, o a Palazzo Grazioli se proprio non riuscite a fare a meno delle metropoli. E ci farà sognare feste, balli e gioielli, senza mai pensare alla crisi.

David Guetta feat. Kelly Rowland – when love takes over

Prima nelle classifiche di vendita in Inghilterra, questo brano ha tutta l’aria di essere quella canzone che tutti schifano al primo ascolto e tutti ballano al quarto. David Guetta, dj e produttore francese di 42 anni, pare intenzionato a seguire le orme di Bob Sinclar, a lui somigliante per età, nazionalità, percorso artistico e chioma di capelli. I due, dopo una brevissima e devastante carriera da remixatori di grandi successi, hanno deciso di mettersi in proprio con brani molto simili tra di loro, che però rappresentano quel marchio di fabbrica che permette una straordinaria facilità d’ascolto. E se si mette a cantare anche la vice-Beyoncè, Kelly delle Destiny’s Child, si può parlare di successo annunciato.

Kasabian – Fire

Tornano I figli illegittimi degli Oasis: spocchiosi, indolenti, pigri, di Leicester (a 15 chilometri da Manchester, terra natia dei fratelli Gallagher), bravissimi. Le due band gireranno insieme l’Europa, e non è un caso. Questa “Fire” è perfetta come canzone-manifesto di una band adorata in patria e snobbata in Italia. Date più di un’occhiata al video, in cui viene raccontata una rapina e l’accerchiamento dei poliziotti in cui i Kasabian sono i ladri e tutti sparano usando delle chitarre come arma. E se la componente visionaria vi sembra già sufficientemente esplorato, sappiate che il nuovo album si chiama “West Ryder Pauper Lunatic Asylum”. Cosa vorranno dirci?

top five #20 – tormenti e tormentoni

15 Giu

Claudia Mori – non succederà più (Deelay remix) (il tormentone dell’estate 2009)

Chicane – Poppiholla

Dee-lite – Groove is in the heart

Beyoncè – at last

Prodigy – omen

top five #19 – past@benzina

12 Giu

Prodigy – Diesel Power

Frank Bongusto – spaghetti a Detroit

Prodigy – Baby’s got a temper

Metallica – fuel

Soulwax  – e-talking

Le dieci canzoni della campagna elettorale

6 Giu

10.

AJ Rahman featuring Pussycat Dolls – Jai ho

9.

Vanessa da Mata featuring Ben Harper – Boa Sorte

8.

Barry White – you are my first, my last, my everything

7.

Green Day – know your enemy

6.

Prodigy – warriors dance

5.

Deadmau5 – i remember

4.

La Roux – in for the kill (Skream let’s ravey remix)

3.

Lily Allen – not fair

2.

Florence and the Machine – dog days are over

1.

Fabrizio D’Elia – Lascia che sia

http://www.myspace.com/fabriziodelia – Fabri, mettila su Youtube!

(potrei anche pensare di fare un bootleg, ho lasciato almeno un’altra decina di brani fuori)

(se mi mandate al ballottaggio vi faccio un EP)

top five #18 – meglio tardi che Mao

2 Giu

Arctic Monkeys – a view in the afternoon

Deadmau5 – i remember (caspa rmx)

Buraka Som Systema – sound of Kuduro

Adam F – the tree knows everything

Friendly Fires – in the hospital

A fra 7 giorni. La mia vita, comunque vada, sarà tutta diversa.