Archivio | dicembre, 2016

I miei singoli preferiti del 2016 – Posizioni dalla 10 alla 1

31 Dic

Alcune raccomandazioni di lettura:

1. La prima parte della classifica, con le posizioni dalla 20 alla 11, è qui.
2. Ho composto una playlist Spotify con la selezione dei 20 singoli. La trovate qui.
3. Ieri ho pubblicato anche una classifica dei miei 10 singoli dance preferiti di quest’anno. La trovate qui.
4. I criteri di “eleggibilità” che hanno guidato la creazione di questa classifica sono semplici quanto inderogabili: devono essere singoli e devono essere stati pubblicati nel 2016. Canzoni uscite prima e diventate famose quest’anno, o canzoni bellissime ma non pubblicate come singoli non sono state selezionate. Ho inserito un altro criterio, certamente più discutibile: non più di un singolo per artista entra in classifica (anche perché non è una classifica eccessivamente lunga).

Buon ascolto :)

10. Solange – Cranes In The Sky

Scelta perché: perché è la canzone più elegante dell’anno con uno dei video più eleganti degli ultimi tempi. E perché [SPOILER] mi divertiva avere due sorelle nella top 10 con due singoli diversi. [SPOILER] Sua sorella è alla posizione 3 di questa classifica.

 

9. BADBADNOTGOOD feat. Charlotte Day Wilson – In Your Eyes

Scelta perché: per il gusto di farvi fare un esperimento. Qui vi mostro una versione dal vivo del singolo. Press play. Chiudete gli occhi e ascoltate il brano e soprattutto la voce di Charlotte Day Wilson. Provate a immaginare com’è fatta. Arrivate fino alla fine del primo ritornello. Poi aprite gli occhi. Ditemi quanto ci siete andati vicino. Io non ci avevo capito niente. Qui trovate la versione di studio che è ancora più bella (ma che non mi avrebbe permesso di fare l’esperimento).

 

8. AURORA – Warrior

Scelta perché: perché è stato il primo singolo davvero folgorante del 2016. Perché è stata in testa a questa classifica per almeno i primi sei mesi dell’anno.

 

7. Frank Ocean – Pink+White

Scelta perché: perché un pezzo già meraviglioso può vantare una corista di assoluta eccezione. [SPOILER] La corista è la sorella della cantante alla posizione numero 10 e la ritroverete alla posizione numero 3.

 

6. Radiohead – Daydreaming

Scelta perché: per ricordare a me stesso che continuo a non capire una mazza di musica dato che ho deciso di inserire questo singolo in classifica non più tardi di un mese fa dopo averlo snobbato per i precedenti sette.

 

5. Blood Orange – Best To You

Scelta perché: per il bridge [minuto 2.10 circa] cantato da Empress Of che credo sia il più potente antidepressivo messo in commercio nel 2016 per la parte musicale, e uno dei testi più tristi di sempre per la parte autoriale. In ogni caso 30 secondi indimenticabili.

 

4. Jorja Smith – Blue Lights

Scelta perché: perché è la voce più bella del 2017. (no, non è un refuso)

 

3. Beyoncé feat. Kendrick Lamar – Freedom

Scelta perché: per un tributo globale alla definitiva trasformazione da cantante pop in intellettuale, favorito anche da questo singolo, uno dei lasciti musicali del 2016 che meno sconterà l’usura del tempo.

 

2. Kanye West feat. Rihanna – Famous

Scelta perché: perché è un capolavoro inutilmente rovinato da un video ufficiale per me assolutamente incomprensibile. E infatti vi mostro il video non ufficiale, perfetto sia per situazionismo sia per durata (ed è stato girato anche in Italia).

 

1. Christine and The Queens – Tilted

Scelta perché: perché, banalmente, è la canzone che più ho ascoltato negli ultimi cinque anni. (se siete rincoglioniti come me all’esposizione a questo singolo vi suggerisco la sua versione in francese di questo singolo, ancora più bella ma risalente al 2014. La trovate qui.)

I miei 10 singoli dance preferiti del 2016

30 Dic

Alcune raccomandazioni di lettura:

1. Ho composto anche una classifica con i miei 20 singoli preferiti del 2016. La prima parte della classifica, con le posizioni dalla 20 alla 11, è qui. La seconda parte, con le posizioni dalla 10 alla 1, sarà pubblicata sabato 31 dicembre. La linkerò anche qui quando sarà disponibile.
2. I criteri di “eleggibilità” che hanno guidato la creazione di questa classifica sono semplici quanto inderogabili: devono essere singoli e devono essere stati pubblicati nel 2016. Canzoni uscite prima e diventate famose quest’anno, o canzoni bellissime ma non pubblicate come singoli non sono state selezionate. Ho inserito un altro criterio, certamente più discutibile: non più di un singolo per artista entra in classifica (anche perché non è una classifica eccessivamente lunga).

Buon ballo!

10. Kiwi – Shiba Inu

 

9. CamelPhat – Trip

 

8. Luttrell – Stormwatcher

 

7. offaiah – Trouble

 

6. Rudimental – Healing

 

5. Eats Everything – Big Discs

 

4. Karma Kid – Man Of The Year

 

3. Skream – You Know, Right

 

2. Lapsley – Operator (Dj Koze Remix)

 

1. Kolsch – Grey

Fotografia del 29 dicembre 2016 – Verso un 2017 sott’acqua

29 Dic

Il 2016 è stato un anno brutto.
Per quasi tutti, credo, in modo diverso, per motivi diversi.
Si può dunque archiviare come un anno brutto e dunque si può non indugiare troppo nei ragionamenti. Almeno, questo è il mio istinto. Si è già pensato abbastanza.

E allora metto un punto.
Anzi, una frase. Di una delle mie canzoni preferite della mia cantante preferita dell’ultimo anno (e forse qualcosa di più). Una frase che ho ascoltato decine di volte senza conoscerne il significato, non avendo la minima consapevolezza del francese.

Pour que l’orage s’annonce…

C’erano tutti i presupposti perché il 2016 fosse un anno globalmente complicato, e così è stato. Allo stesso tempo posso guardare indietro con un certo livello di soddisfazione.

Il primo e principale traguardo è che mi trovo molto lontano da dove ero dodici mesi fa. Non so ancora dirvi con certezza se sono più in alto o più in basso, più avanti o più indietro. Ma sento di aver camminato molto.

La mia strada si chiama emancipazione. Dalle cose, dalle persone, dalle dipendenze, dall’orgoglio, dalla retorica, dai soldi, dal potere, dal successo. È la strada più bella del mondo ed è anche la più tortuosa. E nonostante tutto quello che di meraviglioso ho vissuto negli ultimi anni, tutto quello che mi avrebbe potuto suggerire di lasciar perdere e di starmene bello comodo, quella strada resta ancora oggi la mia unica e principale ragione di impegno.

C’è a mio avviso un solo modo per affrontare questa strada: accettare la solitudine come condizione di vita inevitabile. Anzi, di più: andare a cercarsi quella solitudine come forma di perfezionamento di se stessi.

Il mio amico Michele ha iniziato a fare apnea qualche anno fa. Partito da zero, ora sogna i campionati europei. È una passione che non ho mai capito davvero, anche perché mio padre sognava di farmi fare pesca subacquea insieme a lui quando ero bambino. Io però l’ho deluso: ogni volta che provavo a immergermi sentivo le orecchie che mi esplodevano. Qualche giorno fa Michele mi ha raccontato i suoi progressi e gli ho chiesto: “ma se ti qualifichi agli Europei posso venire in piscina a fare il tifo per te?” e lui mi ha detto: “certo che puoi venire, ma sappi che noi in acqua non sentiamo nulla”. Fare apnea vuol dire iniziare a nuotare senza mettere mai la testa fuori per respirare e farlo per la massima distanza possibile. Significa non sbagliare la respirazione, non esagerare all’inizio, resistere oltre i propri limiti fino alla fine, significa trovare un equilibrio perfetto tra resistenza e spinta. Significa conoscersi così profondamente da non essere mai traditi da se stessi. E non essere mai traditi da se stessi è davvero, davvero difficile.

Pochi giorni prima di questa conversazione avevo trovato un altro brano di un’altra cantante che mi piace tanto, che sin dal titolo mi pareva la perfetta chiusura del cerchio.

And it’s safe to say the storms gone away
And I’m dancing on the morning after

Ci sono tanti sforzi che non sono premiati dagli applausi.
Quotidiani, dolorosi, ripetitivi, noiosi.
Spesso sono quegli sforzi a farti fare le cose migliori. A farle sembrare semplici. È la più rigorosa disciplina individuale a renderti una persona utile anche agli altri.

Non ci sono motivi per cui il 2017 possa globalmente apparire troppo migliore del 2016.
Anche io ho le mie sfide da affrontare. Alcuni percorsi di emancipazione stanno volgendo al termine (bene) ma sono arrivato alla parte più difficile del percorso, in alcuni casi. Economicamente sarà l’anno più scomodo degli ultimi dieci. Per tutte queste ragioni ho la testa già al 2018, che invece ha tutti i presupposti per essere un anno molto piacevole.

Proverò a passare il mio 2017 sott’acqua.
Proverò a passarlo come è stato raccontato magnificamente in questo spot che ha come protagonista il più forte nuotatore, se non il più forte atleta di tutti i tempi.

Buon anno, di cuore. Con un pensiero speciale per chi troverò su questa strada meravigliosa e tortuosa e deciderà di starmi vicino anche se non sarò sempre sorridente. Non vi preoccupate (mai). Sto bene. Sono contento dello sbattimento che ho deciso di prendermi. E soprattutto sono fiducioso. Quando una giornata va male, si dorme e la mattina dopo la tempesta si torna a ballare. Questo l’ho imparato nel 2016, quell’anno brutto dove si è camminato davvero tanto.

I miei 20 singoli preferiti del 2016 – Posizioni dalla 20 alla 11

28 Dic

Alcune raccomandazioni di lettura:

1. La seconda parte della classifica, con le posizioni dalla 10 alla 1, sarà pubblicata sabato 31 dicembre. La linkerò anche qui quando sarà disponibile. Aggiornamento 31 dicembre: eccola.
2. Sto componendo una playlist Spotify con la selezione dei 20 singoli. La trovate qui. Per il momento trovate solo i singoli pubblicati in questo post, da sabato 31 troverete tutte le 20 canzoni.
3. Nei prossimi giorni pubblicherò anche una classifica dei miei 10 singoli dance preferiti di quest’anno. Aggiornamento venerdì 30 dicembre: eccola.
4. I criteri di “eleggibilità” che hanno guidato la creazione di questa classifica sono semplici quanto inderogabili: devono essere singoli e devono essere stati pubblicati nel 2016. Canzoni uscite prima e diventate famose quest’anno, o canzoni bellissime ma non pubblicate come singoli non sono state selezionate. Ho inserito un altro criterio, certamente più discutibile: non più di un singolo per artista entra in classifica (anche perché non è una classifica eccessivamente lunga).

Buon ascolto :)

20. Pumarosa – Cecile

Scelta perché: per l’apertura progressive a due-terzi di brano, una delle cose più belle ascoltate quest’anno.

19. Betsy – Fair

Scelta perché: perché la voce di Betsy è potentissima, e perché si piange fortissimo.

18. Flume feat. Tove Lo – Say It

Scelta perché: per il fantastico potenziale pop della coppia Flume-Tove.

17. Jessy Lanza – VV Violence

Scelta perché: per il talento di una polistrumentista che sta riuscendo a non sbagliare praticamente nulla.

16. Laura Mvula feat. Nile Rodgers – Overcome

Scelta perché: per l’irruzione di Nile Rodgers a un certo punto, che dà il là a un crescendo superemozionante.

15. Warpaint – New Song

Scelta perché: perché “You’re a new song to me” è una delle più belle frasi d’amore che io ricordi.

14. Shura – Nothing’s Real

Scelta perché: perché è la mia open-track preferita di un album nel 2016.

13. Tourist – Too Late

Scelta perché: per la capacità di aver reso il tunz-tunz elegantissimo.

12. Kaytranada – Lite Spots

Scelta perché: per il campionamento di un pezzo brasiliano pescato chissà dove, che dà senso a tutto.

11. Nimmo – My Only Friend

Scelta perché: per la voce di Sarah Nimmo che dà ancora una speranza a noi sparuti nostalgici della La Roux della prima ora.

La morale

28 Dic

La morale è come la pelle dei coglioni. Dove la tiri, là resta.

(Giovanni Attoma)

Sensa vin

13 Dic

“Sensa vin se naviga, senza mugugno no”

(Proverbio dei marinai liguri)