Archivio | agosto, 2012

La sera dell’asta

31 Ago

L’uomo nasce libero, la vita lo rende stopper.

 

(scritta su un muro del quartiere Japigia di Bari)

Martini

31 Ago

Anche Dio è stato tradito.

 

(Carlo Maria Martini)

Sette età

31 Ago

Sette età: dapprima si vomita e si frigna
poi ci si annoia a scuola
poi si fotte, poi si lotta
poi si giudica dei diritti dell’uomo
poi ci si mette in ciabatte: poi si sbava.

 
(Robert Conquest)

Retroscena

30 Ago

Abbia pazienza, s’informi, si disinformi soprattutto!

 
(Carmelo Bene)

30 agosto 2013

30 Ago

Ho incontrato molti che conservavano la speranza fuori moda di migliorare il mondo e (il che non è proprio la stessa cosa) di vivere una vita, nella misura del possibile, autodeterminata.

 

(Christopher Hitchens)

Mèh

30 Ago

Se non rischi nulla, rischi ancora di più.

 

(Erica Jong)

Supereroi #6

29 Ago

Quando il 50% degli spettatori esce dal teatro prima della fine dello spettacolo, allora hai fatto un buon lavoro.

 

(Barbara Sommadossi)

Supereroi #5

29 Ago

Libero Grassi non era un eroe, era un cittadino onesto.

 

(Pina Maisano, sua moglie)

Supereroi #4

28 Ago

I giornali oggi sono come le squadre di calcio: non conta più il nome che porti ma i giocatori che metti in campo.

(Stefano Feltri)

Supereroi #3

28 Ago

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità.
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio.
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia.
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria.
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d’acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all’albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell’esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d’ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

(Wislawa Szymborska)