Archivio | gennaio, 2010

Chris Anderson e Nichi Vendola

27 Gen

Non so se Nichi Vendola conosca Chris Anderson.

Se lo conoscesse, non penso proprio che proverebbe simpatia per un teorico della bontà della globalizzazione, seppur in salsa neo-socialista. E anche se il modello-Anderson è l’unico capace di mandare all’aria alcune grandi corporazioni economiche dei media. Ecco, questo a Nichi potrebbe piacere di più.

In ogni caso, Vendola si comporta come suggerito nei migliori articoli del direttore di Wired USA, creatore del modello della Coda Lunga e teorico della possibilità di trasformare gratis qualunque cosa si muova su Internet.

Alle primarie ha interpretato perfettamente il “modello del Gratis”. Il suo elettorato attivista è rappresentato dai giovani. I giovani hanno guidato la campagna elettorale e sopratutto hanno persuaso i più anziani ad andare a votare. 205mila preferenze non sono solo frutto di Vendola o dell’emergenza politica, sono frutto di un investimento strategico.

Investire sui giovani vuol dire trasformare il profitto politico da diretto a indiretto.

Mi spiego. Se ho 10€, e li dò a un bambino di 7 anni, sarà sicuramente più felice di un ragazzo di 18, che sarà più felice di un uomo di 35, che sarà più felice di un professionista di 50.

Se dò una borsa di studio, finanziamenti a fondo perduto, se regalo una speranza, se costruisco il futuro, investo sul mio presente. I giovani proveranno a convincere i vecchi, perchè i giovani saranno veramente motivati, perchè la loro vita sarà davvero cambiata. Il contrario è impossibile, perchè manca lo spirito, la voglia. E’ subentrata la disillusione, l’interesse personale e particolare, la pigrizia.

Intervenendo direttamente su un gruppo, ho attratto l’interesse indiretto di una comunità. Ed ecco qua un buon 70 a 30. Giovani motivati a sostenere Nichi senza nessun tornaconto, per la gioia di dire grazie a qualcuno.

Probabilmente Nichi proverebbe sdegno anche per la mia analisi, che è brutale marketing politico. Ma ora Nichi è favorito, perchè è l’unico che può parlare ai giovani. E i giovani finalmente non si sentiranno semplicemente una categoria dello spirito o un segmento demografico di moda. Ma si sentiranno, a ragione, protagonisti.

Domenica 24 gennaio – tutti gli aggiornamenti di stato che non ho scritto

25 Gen

Dino Amenduni

arriva a 73.

è in Bulgaria.

ha fatto solo metà del dovere suo.

pensa che Nichi Vendola e Josè Mourinho siano due chiavici.

trova molto più piacevole godere delle gioie della vita insieme alla propria donna.

non ascolterà più nessuna lezione di politica da soggetti tesserati nei partiti.

pensa che Facebook sia inutile.

(potrebbero esserci aggiornamenti)

non tengo il fisico, giorno 2

20 Gen

Le Primarie sono una cosa bruttissima, se ci stai dentro.

Leggo bacheche di amici. Uno da un lato, uno dall’altro.

Sento parlare di minacce, di voti militari, di voti politici, di voti comprati, di voti nel senso religioso del termine.

E alla Puglia, chi ci pensa?

Da lunedì, resa dei conti. Ci sarà solo un campo di battaglia. Vincitori, e vinti. Stessa faccia, stesso sangue, stessa visione delle cose.

L’unica cosa che ci separa sono gli interessi. Economici, politici, di potere, di posizione.

Chi vince continua a inseguire l’interesse e a prendersela con chi perde, tagliandolo fuori dalla partita, senza pensare al sangue comune, agli ideali comuni, alla comune visione.

Chi perde entra in crisi depressiva. E forse finisce di giocare per sempre.

Ma io non ce la faccio. Devo fare il professionista, ma intimamente non ce la faccio. E so che molti altri, invece, sono in grande gioia e fibrillazione per queste giornate. Io no, evidentemente non tengo il fisico.

Io voglio bene alle persone, anche quando non sono ricambiato. Anche se sono antisociale e misantropo.

Devo resistere, ma sto provando dolore.

non tengo il fisico

19 Gen

Sotterfugi

Odio

Disorganizzazione

Resa dei conti

Cospirazioni

Amici/nemici

Fratelli/coltelli

Roma

Bari

Derby

Sinistra

PD

Politica

Silenzi

Furberìe o presunte tali

Liti interne

Gelosie

Invidie

Non tengo il fisico per giocare alla politica.

l’idea di resistenza, aggiornata al 2010

14 Gen

La resistenza al potere si ottiene mediante i medesimi due meccanismi che nella società in rete costituiscono il potere: i programmi delle reti e le commutazioni tra reti.

Così, l’azione collettiva dei movimenti sociali, nelle loro svariate forme, mira a introdurre nuove istruzioni e nuovi codici nei programmi delle reti.

Per esempio, nuove istruzioni per le reti finanziarie globali significano che, in condizioni di estrema povertà, vada abbuonato il debito ad alcuni paesi, come richiesto e in parte ottenuto da Jubilee, il movimento internazionale per la cancellazione del debito.

Riprogrammazioni più radicali vengono da movimenti di resistenza che mirano ad alterare il principio fondamentale di una rete – o il Kernel del sistema operativo, se posso permettermi un parallelo con il linguaggio dell’informatica.

[..]

Il secondo meccanismo di resistenza consiste nel blocco dei commutatori di connessione tra reti, quelli che fanno sì che le reti siano controllate dal metaprogramma di valori [..] comprendono il blocco del collegamento in rete tra le grandi aziende e il sistema politico regolando il finanziamento della campagne elettorali o evidenziando l’incompabilità tra essere vicepresidente e continuare a ricevere compensi dalla propria azienda che che si è aggiudicata appalti militari.

[..]

Una minaccia più radicale ai commutatori riguarda l’infrastruttura materiale della società in rete: gli attacchi materiali e psicologici ai trasporti aerei, alle reti di computer, ai sistemi di informazione e alle reti di strutture da cui dipendono il sostentamento della società nel sistema altamente complesso ed interdipendente che caratterizza il mondo informazionale. La sfida del terrorismo è dichiarata esattamente su questa capacità di prendere a bersaglio commutatori materiali strategici in modo tale che la loro messa fuori uso, o la minaccia di una loro messa fuori uso, scompagini la vita quotidiana della gente e la costringa a vivere in uno stato d’emergenza.

[..]

La resistenza al potere programmato nelle reti si svolge anch’essa mediante e tramite le reti.

Anche queste sono reti di informazione alimentate da tecnologie di informazioni e comunicazione. Quello impropriamente etichettato come movimento antiglobalizzazione è una rete globale-locale organizzata e dibattuta su Internet, e strutturalmente collegata con le reti mediatiche.

Al Qaeda, e le sue organizzazioni correlate, è una rete composta da molteplici nodi, che hanno scarso coordinamento centrale e che mirano anch’essi alla commutazione con le reti mediatiche, attraverso le quali contano di spargere la paura tra gli infedeli e di infondere speranza tra le masse oppresse dei credenti.

[..]

Nella società in rete, il potere viene ridefinito, ma non scompare. Nè svaniscono le lotte sociali. Dominio e resistenza cambiano di carattere in base alla specifica struttura sociale da cui traggono origine e che modificano con la loro azione.

Il potere governa, i contropoteri lottano.

(Manuel Castells, Comunicazione e Potere, 2009)

il ribaltamento dell’opinione pubblica (1)

13 Gen

G.: andiamo a bere qualcosa di sinistra?

D.: no, sono del PD, io vado a giocare a pallone stasera.

il rompipalle (ovvero, commenti sul rompighiaccio)

12 Gen

All’ennesima domanda sul come stessi (domanda generata dalla lettura del mio post di blog poi diventato nota su FB), sento il bisogno di rettificare, come farebbero i migliori sindaci e Presidenti dell’era contemporanea.

Sto bene, penso solo che sia giunto alla lucida consapevolezza di dover assumere una qualche forma di distacco realistico dalle cose.

Non mi aspettavo nè mi aspetto ringraziamenti di nessun tipo, se non nella sommessa e devota arte di essere positivi col mondo così come provo ad esserlo io.

Ho una visione calvinista dell’amore e della gratitudine. Penso che se tu sei in debito con qualcuno, o semplicemente lo ammiri, o ne sei innamorato debba lavorare un po’ di più e brontolare un po’ di meno. Alla vita, alla sfortuna, agli eventi astrali. Debba rinunciare a qualcosa di tuo per darlo a qualcun’altro. Che sia il tempo, i soldi, il sonno, il privilegio, la proprietà di un’idea.

Chiedo solo questo. E il mio post si muoveva in quella direzione.

Chiedo a tutti voi che mi leggete di essere un po’ più contenti di ciò che di bello facciamo, di dove siamo, di chi siamo. Chiedo di superare i vostri limiti fisici e psicologici come ho fatto io, progressivamente, durante il 2009.

Chiedo di evitare il puntiglio che blocca le idee, e un po’ di bonaria approssimazione, certe volte, perchè siamo nell’era del beta perpetuo, delle cose che possono sempre migliorare, con miglioramenti ad opera di chiunque, in qualsiasi momento, con qualsiasi mezzo.

Mi piacerebbe che fosse vostra, la prossima idea che MI cambia la vita. E che non sia sempre il mio sbattersi per tutti a smuovere le cose. Perchè da solo, signori miei, per quanto mi possiate voler bene e ringraziare silenziosamente, io non ce la posso fare a cambiare Bari e il mondo.

il rompighiaccio

9 Gen

E’ da quando mi conosco che rompo il ghiaccio.

Ho aperto numerosi fronti. Ho offerto opportunità a gente che nemmeno conoscevo. Leggevo, avevo idee, proponevo, organizzavo riunioni, gruppi di lavoro.

Ho messo su EmiLab, l’anomalia comportamentale della Bari contemporanea.

Ho messo in piedi gioiose macchine da guerra. Ho messo in rete risorse umane, relazionali, talvolta economiche. Ho generato ricchezza.

Eppure, raramente il mio contributo è stato valorizzato, altrimenti non si spiega com’è possibile che tutte le persone che, attraverso il mio lavoro, sono finite in radio, in uffici, in stage, in tesi, in società, ovunque, non si siano degnate nemmeno di ringraziarmi.

Il mio essere propositivo, generoso, folle, idealista ha permesso ad alcune persone di fare cose che, altrimenti, non sarebbero mai successe.

Rompere il ghiaccio vuol dire schierarsi in prima linea. E prendere le mazzate.

Spesso, troppo spesso, vengo valutato, giudicato per le mie idee. Talvolta noto un livello di puntiglio esasperante, logorante.

Toccare le virgole è una condizione accettabile solo se, chi lo fa, è un tuo superiore, o ha la dignità e l’autorevolezza morale di poterlo fare. Se, per meriti acquisiti, è alla pari con te.

Spesso queste valutazioni provengono invece da persone che non hanno ancora capito cosa vogliono dalla loro vita, che non sarebbero mai in grado di avere un’idea propria e che aspettano che qualcuno li salvi dall’inedia.

Bene, io mi sono rotto i coglioni di essere valutato sempre, sopratutto se le valutazioni provengono dall’emisfero dei pavidi.

Noto una certa stanchezza intellettuale attorno a me. Anche a me piace dormire. Anche a me piace dire che una cosa fa cagare, quando fa cagare.

So perfettamente che essere politicamente corretto è talvolta molto più difficile e stancante che esprimere opinioni sprezzanti. E quindi non vedo perchè io dovrei stancarmi più di chi, invece, distrugge cose per il gusto di farlo, forse per non sentirsi mediocre.

Vediamo come va senza rompighiaccio.

Spendere un milione in 75 minuti

8 Gen

Ho comprato sette felpe, un pantalone. E ho regalato una borsa.

The International Noise Conspiracy – capitalism stole my virginity

Perchè sono di sinistra, amo la politica e studio economia da autodidatta

5 Gen

Io combatto le mie battaglie: non chiedo agli altri di farlo per me, e nemmeno con me. Eppure, continuo a pronunciare le mie parole, parole imparate grazie al mio lavoro.

Parole che, in questo caso, raccontano la storia del potere.

O meglio, la storia del potere nel mondo in cui viviamo. E questo è il mio modo, l’unico che ho davvero a disposizione, per sfidare i poteri forti: svelare la loro presenza nei meccanismi della nostra mente.

(Manuel Castells)