Se a me avessero detto: “Adesso nel suo hotel portiamo diciotto ventenni negre”, e se io fossi un settantenne bavoso proprietario di un bar-ostello triste con gli infissi zincati di un paesino del cazzo sulla riva del Po, pieno di malaria nebbia e zanzare, dove tutti fanno i vongolari o i camionisti, dove il parroco ha le carie e il fiato che sa di baule, e l’unico passatempo è mettere i raudi nel culo dei cani randagi, io avrei detto: “diciotto negre? solo diciotto?”, avrei montato uno spettacolo pirotecnico, avrei chiamato la banda, mi sarei messo il profumo sul pube e il vestito buono, avrei messo James Brown o Fela Kuti sul giradischi, poi avrei chiamato tutto il paese per ringraziare la Madonna. Però io purtroppo non sono un testa di cazzo razzista, vecchio e idiota.
(Andrea Casadio)
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