Ellie Goulding – lights
Ellie apriva anche la scorsa cinquina. Vuol dire che sono di parte, certo, ma vuol dire anche che ne becca almeno una ogni bimestre. Da un anno nella classifica degli album inglesi, lì adorata, qui così così, Ellie Goulding ha fatto uscire un EP, “Bright Lights”, che riesce a essere ancora meglio dell’album d’esordio, ora distribuito in disco doppio. Lights è il singolo, Lights è il nome dell’album, Lights sembra il singolo della consacrazione, anche a causa di un video super. È tutto un gioco di luci.
I Blame Coco – self machine
La figlia di Sting. Un buon motivo per non ascoltarla. E invece no, Coco Sumner è tanta roba. Ha 20 anni, ha la faccia del papà e anche molte somiglianze nel timbro. Ha anche quarti di sensibilità pop dei Police, anche se c’è ancora tanta piacevole ingenuità. E soprattutto piace molto ai guru dell’elettronica. Self Machine è solo il singolo di lancio, ma tra brani in uscita e remix avete già la scaletta per un dignitoso concerto e gli elementi per superare ogni pregiudizio.
Vampire Weekend – the kids don’t stand a chance
L’avreste mai detto? Da idoli indie a idoli pop! Ce l’hanno fatta, Ezra Koenig e gli altri. Il loro “Contra” è il primo album da 19 anni a finire primo nella classifica USA senza essere prodotto da una major. I loro singoli sono già finiti in tutte le pubblicità. Vedere questo brano nient’affatto facile in altissima rotazione sui principali network radiofonici fa quasi impressione. Ma c’è anche la spocchiosa gioia che possiamo diffondere dalle pagine di Coolclub: ve l’avevamo detto.
Chilly Gonzales – you can dance
Il poliedrico e fenomenale Gonzales, canadese trapiantato in Francia, produttore di grido e musicista di buona fama, diventa Chilly (tranquillo, ma non troppo) e si inventa un album che in Inghilterra sta facendo ammattire tutti. Elettronica, pianoforte e quel tocco quasi jazz, sicuramente anarchico. Questo brano, il cui titolo invita al ballo, in realtà obbliga il movimento delle gambe e della testa. Un tormentone intelligente come non ne si sentivano da tempo
Kanye West – runaway
Sobrio, non è. Bravo, un sacco. Un videoclip di 35 minuti, un vero e proprio medio metraggio. Non si capisce se c’è la volontà di prendere a pernacchie l’altra sobria, Lady Gaga, se è un guanto di sfida ai tempi della televisione e dell’industria culturale moderna o se è semplicemente l’affermazione di un uomo felice, ricco, talentuoso e indipendente. Forse è troppo poco, ma bisogna concederlo un rigo per il singolo che ha lanciato “My beautiful dark twisted fantasy”, ritenuto miglior album da moltissime riviste specializzate. Kanye, vanno bene anche i video di sei ore, se lo ritieni.