Se chiediamo a qualcuno di farci un favore, l’otterremo più facilmente se forniamo una qualche ragione: alla gente piace avere delle ragioni per quello che fa.
Il lavoro non viene più eseguito con la coscienza orgogliosa di essere utili, ma con il sentimento umiliante e angosciante di possedere un privilegio concesso da un favore passeggero della sorte.
Ogni giorno ricevo dalle tre alle cinque richieste. Non c’è più nessuno che mi chiami per sapere come sto, per chiedermi se sono felice, oppure offrirmi di mangiare una pizza. C’è sempre la pretesa di un favore.
La mappa del consenso al governo Meloni. È interessante (considerando le serie storiche che di solito segnalavano l… twitter.com/i/web/status/1…2 days ago