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La leggerezza mi è interdetta

2 Giu

Per molto tempo ho voluto essere italiano. Volevo portare dei vestiti fatti come si deve e camminare a braccetto con gli amici sul marciapiede all’ombra. In realtà volevo essere romano e avere anch’io questo rapporto elastico con il tempo che passa, sentirmi proprietario di qualche antica rovina, “di vecchi palazzi, di vecchi archi e di vecchie mura”, per il semplice motivo che fanno parte del mio paesaggio. Poter andare a zigzag con la vespa sul ponte Flaminio come Nanni Moretti. Aspettare un autobus che non arriva senza arrabbiarmi con tutto e con tutti. Fare la coda alla posta leggendo il giornale, senza cercare di capire perché il numero che ho preso al distributore non arriva mai. Prenotare per tre al ristorante e arrivare in sei, trovare posto e anche il sorriso del proprietario. Avere quell’ironia, quell’umorismo, talvolta quella grazia che permettono di vivere sull’orlo del baratro senza mai caderci dentro. Lasciarsi trasportare dagli eventi. Ma per mia sventura sono nato in Saone-et-Loire, sono nipote di contadini e sotto le mie scarpe porto ancora tanta terra grassa. Una terra che pesa. La leggerezza mi è interdetta.

(Philippe Ridet)

1500

27 Ott

Sono non più di millecinquecento i lettori di un giornalista politico italiano, concentrati in pochi elementi appartenenti a classi sociali ben definite, interessate per necessità alla lettura e alla comprensione delle notizie politiche.

(Enzo Forcella)

Guerra civile

4 Ago

Io, lo confesso, aveva vagheggiato un’altra Italia, nella quale il diritto di grazia cedesse il posto ad un nuovo diritto, per cui le nostre insurrezioni avessero un altro senso, e potessero raggiungere la meta in modo più diretto e più immediato. Io sperava che il voto universale potesse esprimere il voto della nazione redenta dal giogo dell’autorità; io sperava che le nostre discussioni, sciolte dai vincoli d’una religione dominante, potessero svolgersi chiedendo le conseguenze dei principii proclamati nel 1789, e che le attuali nostre agitazioni, ancora incerte e ondeggianti tra il mondo antico e il moderno, fossero i preludi d’una èra novella reclamata dalla scienza e non più soggetta né al rogo di Bruno, né ai tormenti di Galileo.

(Giuseppe Ferrari, atti del Parlamento Italiano, 1861)

Roberto Di Matteo #2

6 Mag

Sarei rimasto italiano anche solo per lavorare in fabbrica.

 

(Roberto Di Matteo)

Riabituarsi alla normalità

13 Nov

L’italiano è un popolo straordinario. Mi piacerebbe tanto che fosse un popolo normale. 

 

(Altan)

Frasi di senso compiuto

17 Set

Non parlerei di dolore. Quello c’è stato quando ho scoperto che mi tradiva con Mara Carfagna. Quante bugie mi diceva. Ma il problema non è lei. Il problema è lui. Perché lei, poverina, è quello che è. Infatti dal 15 marzo è scomparsa. Non sa che dire: le scriveva tutto Italo. Non sa parlare in italiano. Usare soggetto verbo e predicato.

 

(Gabriella Bontempo)