I giorni vengono distinti fra loro, ma la notte ha un unico nome.
(Elias Canetti)
(Elias Canetti)
(Ana Maria Puerta)
(anonimo)
(Steve Jobs)
(Gianni Mura racconta una domanda di Enzo Biagi a Beppe Viola all’esame da giornalista professionista. Viola fu promosso)
(Diego De Silva)
(Guido Milana)
(Delphine De Vigan)
Ci sono giorni in cui non mi sopporto.
In cui non sopporto questa mia presuntuosa attitudine a fare oggi il Masaniello, domani Don Chischiotte, dopodomani il martire, fra tre giorni l’incompreso, fra quattro il capopopolo (di stocazzo), fra cinque quello lontano dalla politica, fra sei quello che flirta con le istituzioni, fra sette il tuttologo.
Oggi è uno di quei giorni e sono certo che scriverlo mi farà bene.
Non si può vivere sempre così, pubblicando link ovunque, parlando di qualsiasi cosa, sentendo l’esigenza di esprimere opinioni anche su argomenti su cui sono perfettamente ignorante, andando sempre a provocare, a fare il maestrino di chi si comporta male, a entrare nelle contraddizioni, a obbligare la gente a rispondere, a giustificarsi, a fare il pelo e il contropelo a chiunque, a diventare sempre più severo con se stesso, sempre più pesante, sempre meno divertente.
Ci sono giornate, e oggi è una di quelle, in cui vorrei abbracciare il prossimo, costruire, dire a tutti che voglio loro del bene. In cui vorrei andare a farmi un bagno mentre il sole tramonta, o andare a fare colazione nel centro storico di Bari, o andare a mangiare gli spaghetti con le cozze a pranzo, o uscire dall’ufficio a orari potabili per un aperitivo. In cui vorrei sorridere alle persone per strada.
E il fatto che certe volte mi senta a disagio con me stesso per come sono, mi conforta sul fatto che la via per il rincoglionimento è ancora lunga e tortuosa.