Qual è la differenza tra un sogno e un obiettivo? Una data.
(Walt Disney)
(Bill De Blasio)
(Evgeny Morozov)
Non so dirvi se sono un workaholic, un ansioso, uno con un senso di responsabilità non adattivo (nel senso che è troppo e non mi facilita la vita), un bulimico dal punto di vista emotivo, per cui devo provare sempre a fare tutto, rimanendo semplicemente a concetti raccolti in questi anni di diagnosi precoci da parte di non abilitati alla professione).
O se, più semplicemente, sono un ragazzo prossimo ai 28 anni.
Io propendo per l’ultima soluzione con spruzzatine delle varie diagnosi. E, di conseguenza, per una fisiologica trasformazione da Don Chischiotte a uomo qualunque. Ovviamente spero che questa trasformazione non si completi mai del tutto, che si rimanga in un buon equilibrio tra voglia di spaccare tutto e consapevolezza che, da soli, si può poco o niente.
Devo però ascoltare ciò che dice la macchina che mi permette di fare ragionamenti, e cioè il mio corpo. Ho tirato, tirato, tirato la corda. Ora sono arrivato in rosso. Probabilmente sarò sempre in riserva, faccio molta fatica a immaginarmi a letto per un anno. Molta meno a immaginarmi un mese chiuso in campagna a studiare, leggere e scrivere. Ma è un lusso ancora prematuro per me.
Per arrivarci, però, devo darmi una regolata sin da subito. Per questo il mio obiettivo per il 2012 è la qualità. In tutto.
Nella vita, principalmente. Dormire di più, mangiare meglio, guardare il sole, spegnere tutto, andare in vacanza, uscire dall’ufficio quando la città ancora brulica. Stare a casa. Ogni tanto, un poco per volta. Ma va fatto. Sono obblighi, non più scelte.
Nelle relazioni personali: poche (numericamente forse vanno già bene), piene (devo impegnarmi), davvero utili. Conosco una bella umanità, devo solo saper scegliere.
Nelle relazioni professionali: devo correre il rischio di sembrare uno che se la tira. Se ho il ‘sì’ facile (o il ‘no’ difficile, a seconda dei punti di vista), molto dipende dalla paura di sembrare un arrogante e presuntuoso. Ogni volta sento nelle mie orecchie un ‘ma chi cazzo si crede di essere?’, come primo commento dopo un mio rifiuto. Ma è evidente che la sopravvivenza sana viene prima dell’educazione, dunque dovrò tutelarmi o farmi tutelare, se proprio non sono in grado di gestire la mia generosità.
E poi, se mi riuscisse, vorrei fare qualcosa di davvero significativo. Ho tanti sogni nel cassetto, alcuni sono realizzabili, sembrano a portata di mano. Non li dico, però.
Non li dico non tanto perché non abbia voglia di condividerli (chi mi conosce bene li conosce), ma perché probabilmente non è l’anno giusto per cercare di raggiungerli. E forse non è nemmeno l’anno giusto per perseguire la qualità.
Il barometro dice recessione economica, crisi globale ed elezioni imminenti. A maggior ragione voglio forzarmi prendendo un impegno pubblico. Al massimo fallirò, ma conoscendomi non me lo perdonerei, essendo workaholic, ansioso, bulimico eccetera eccetera…
Che sia un anno sereno, per tutti. A proposito, un altro mini-obiettivo da mettere nero su bianco: vorrei che le citazioni, i Testi Pensanti di questo blog fossero meno scuri. Non melensi, non meno razionali. Ma meno scuri. Più energetiche.
Ce la farò? La vedo difficile, anche più che dormire :)