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Al terzo morso di lingua

27 Mag

In un’epoca e in un paese in cui tutti si fanno in quattro per proclamare opinioni o giudizi, il signor Palomar ha preso l’abitudine di mordersi la lingua tre volte prima di fare qualsiasi affermazione. Se al terzo morso di lingua è ancora convinto della cosa che stava per dire, la dice; se no sta zitto. Di fatto, passa settimane e mesi interi in silenzio.

(Italo Calvino)

La lingua sarà forse un organo ribelle

20 Mag

È più coraggioso, credo, strapparsi il lupo di dosso e combatterlo apertamente, magari per strada, tra polvere e urla di dolore.
La lingua sarà forse un organo ribelle ma il silenzio avvelena l’anima.
Mi biasimi chi vuole – io sono contento.

(Edgar Lee Masters)

Ci vuole più coraggio a essere brutti

27 Gen

Abbiamo tutti il diritto a una certa ora
di sentirci bene un’altra persona
se il pensiero dura più di pochi minuti
abbandona il tuo paese di sconosciuti
impara un’altra lingua apri le danze
non sei così male per uno che ha perso le speranze
ma controlla i tuoi fantasmi da tutte le parti
perchè per lo meno non feriscano anche altri
la goccia quando cade in bocca fa un rumore
pieno che ti disseta e però lei muore
nell’oscurità medicina per la timidezza
meglio del vino, meglio di una pastiglia e mezza
questo malessere divino cosa mai può essere
puzzle di seconda mano mancano le tessere
ci vuole più coraggio ad essere brutti
a essere belli e bravi siamo bravi tutti.

(Dargen D’Amico)

Abbattere i muri retorici

30 Set

È dall’emergere di una nuova lingua che si individua un cambiamento sociale. Quando ci si riprende il diritto di nominare le cose diversamente, d’abbattere i muri retorici, d’arricchire la lingua comune.

(Christian Salmon)

Lingua

28 Apr

Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

(Wislawa Szymborska)

Il vestito rivela l’uomo

21 Set

Non fare giungere alla lingua i pensieri che hai in testa, e bada di non mettere in atto quelli più squilibrati. Sii familiare con gli altri ma senza cadere nella volgarità. Gli amici di provata fiducia tienili attaccati alla tua anima con vincoli d’acciaio, ma non sciuparti la mano a furia di stringerla a ogni compagno implume che incontri. Evita le liti, ma se ti capita di esservi coinvolto, fa’ in modo che sia il tuo avversario a preoccuparsi di te. Offri il tuo orecchio a tutti, ma a pochi la tua voce. Ascolta il parere degli altri ma il tuo non esprimerlo con troppa facilità. Indossa abiti che abbiano un prezzo adeguato alla tua borsa, ma non stravaganti; abiti ricchi ma di sobria eleganza. Perché molto spesso il vestito rivela l’uomo. […] Non prestare soldi e non fare debiti, perché ciò che si dà in prestito spesso si perde assieme all’amico e i debiti fanno smarrire il senso della parsimonia. E soprattutto sii sincero con te stesso, e, come la notte segue il giorno, ne seguirà che non potrai essere falso con nessuno.

(William Shakespeare)

Due orecchie et una lingua

14 Set

Hatti dato due orecchie et una lingua, perché tu oda più che tu non parli.

(San Bernardino da Siena)

Il terzo morso di lingua

10 Feb

In un’epoca e in un paese in cui tutti si fanno in quattro per proclamare opinioni o giudizi, il signor Palomar ha preso l’abitudine di mordersi la lingua tre volte prima di fare qualsiasi affermazione. Se al terzo morso di lingua è ancora convinto della cosa che stava per dire, la dice; se no sta zitto. Di fatto, passa settimane e mesi interi in silenzio.

(Italo Calvino)

Sesta Repubblica

16 Dic

A furia di leccare qualcosa sulla lingua rimane sempre.

 

(Ennio Flaiano)

Fotografia del 18 settembre 2012 – Sei mesi

18 Set

Fra 180 giorni, sei mesi, la mia vita cambierà. I giorni potrebbero essere di meno, o un po’ di più. E il cambiamento potrebbe essere moderato o radicale, ma ci sarà. Sarà inevitabile. E, aggiungo io, liberatorio.

Si chiude un ciclo della mia vita. Forse se ne aprirà un altro. Difficile fare previsioni sul futuro. Difficile dire che potrò fare tutto ciò che ho in mente, e che ciò che ho in mente oggi sarà giusto domani. E sopratutto è difficile essere certi sul fatto che ciò che voglio fare oggi coincida con ciò che potrò e vorrò fare fra 24 settimane circa.

In questi giorni di fibrillazioni (politiche, economiche, sociali, di pensiero) sto mantenendo a fatica una certa disciplina. In troppi impazziscono per le imminenti elezioni. A sinistra vedo gente che ha convissuto senza mai sopportarsi quasi liberata, finalmente libera di insultare e insultarsi. La destra, giustamente, resta ferma. Tanto a menarci ci pensiamo noi.

Sono un interventista della comunicazione. ‘Ce ammene apprime ammene do volde’ (chi colpisce per primo lo fa due volte) è, per me, la regola aurea della dialettica nell’opinione pubblica. Ogni sera torno a casa e penso a tutto ciò che non ho detto. A tutto ciò che non ho scritto. A tutte le volte in cui mi sono morso la lingua.

Leggo tutti i giorni un sacco di stronzate, ma davvero tante. Non poter dire tutto quello che penso mi fa soffrire. Ma so che questo silenzio è giusto. E sorrido, perché fra sei mesi qualcosa cambierà. Cambierà per sempre.

Mi sto segnando tutto. Le parole, le analisi sbagliate, le opinioni personali travestite da analisi imparziali, le cattiverie gratuite. Sto segnando le frasi e soprattutto i nomi. Non vedo l’ora di sedermi dalla vostra parte. Sperando che dopo tanto scalciare possiate starci voi, al posto mio. Sarà divertente.

Sarà divertente scrivere tutto quello che mi pare sapendo che le mie parole potranno pesare di più perché percepite come finalmente libere, ma potranno anche pesare di meno perché non faranno danno a nessuno se non a me stesso. Sarà divertente poterlo fare senza alibi per i miei interlocutori, che non avranno più niente a cui appendermi per delegittimare ciò che dico. Sarà divertente confrontare le parole degli altri ai fatti degli altri, e i fatti degli altri a quelli miei.

Altri sei mesi. Poi mi diverto. Anzi, mi diverto ancora più di adesso.