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Il giocatore del popolo

12 Lug

Una volta un giornalista mi chiese: “Roman, come mai l’Argentina non rende?” Io suggerisco che forse c’è un’abbondanza di talento, e che probabilmente Messi e Tevez non possono giocare insieme. “Allora dobbiamo togliere Messi dal campo”, mi dice. Era assolutamente serio. Rispondo: “Messi è il giocatore più forte al mondo, ma Tevez…” Mi battei la mano sul cuore. “Tevez ci mette l’anima, e nelle cose più importanti hai bisogno di metterci l’anima”. Ero allo stadio nell’ultima partita dell’Albiceleste, lo speaker leggendo i nomi delle formazioni, ha chiamato Messi “el mejor jugador del mundo”, a cui la folla ha riservato un applauso composto. Quando è arrivato il turno di Tevez, definito “el jugador del pueblo”, si è levato un grande boato. Carlitos è un giocatore del popolo, e il popolo non sbaglia mai.”

(Juan Roman Riquelme, parlando di Carlos Tevez)

La lingua sarà forse un organo ribelle

20 Mag

È più coraggioso, credo, strapparsi il lupo di dosso e combatterlo apertamente, magari per strada, tra polvere e urla di dolore.
La lingua sarà forse un organo ribelle ma il silenzio avvelena l’anima.
Mi biasimi chi vuole – io sono contento.

(Edgar Lee Masters)

La calma è una vigliaccheria dell’anima

30 Giu

Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare, ricominciare da capo e buttar via tutto, e di nuovo ricominciare a lottare e perdere eternamente. La calma è una vigliaccheria dell’anima.

(Lev Tolstoj)

La carne copre le ossa

25 Feb

La carne copre le ossa
e ci mettono dentro una mente
e qualche volta un’anima,
e le donne spaccano i vasi contro i muri
e gli uomini bevono troppo
e nessuno trova quello giusto
ma continuano a cercare trascinandosi dentro e fuori dai letti.
La carne copre le ossa e la carne cerca per qualcosa in più che carne.
Non c’è nessuna possibilità: siamo tutti intrappolati in un destino singolare.
Nessuno trova mai quello giusto.
Gli immondezzai della città pieni, i robivecchi pieni, i manicomi pieni, gli ospedali pieni, i cimiteri pieni.
Nient’altro si riempie.

(Charles Bukowski)

Tre e mezzo

5 Gen

E ricordate anche quella parola poco usata che è ormai quasi sparita dall’uso, sia in pubblico che in privato: tenerezza. Non potrà farvi male. E quell’altra parola: anima – o chiamatela spirito, se preferite, se vi rende più facile rivendicare quel territorio. Non scordatevi neanche quella. Fate attenzione allo spirito delle vostre parole, delle vostre azioni. È una preparazione sufficiente. Non c’è bisogno di altre parole.

(Raymond Carver)

Davanti al vuoto

18 Nov

Vogliamo essere amati.
In mancanza di ciò, ammirati
in mancanza di ciò, temuti
In mancanza di ciò, odiati e disprezzati.
Vogliamo suscitare negli altri una qualche sorta di emozione.
L’anima trema davanti al vuoto
e ha bisogno di un contatto a ogni costo.

(Hjalmar Soderberg)

Chi guarda dentro si sveglia

23 Mar

Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore.
Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.

(Carl Gustav Jung)

A niente, a niente, a niente

7 Feb

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l’aria notturna,
fresca in confronto all’estate calda del giorno.
Che bello, non sto pensando a niente!
Non pensare a niente
è avere l’anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita…
Non sto pensando a niente.
È come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente.

(Fernando Pessoa)

Rimedio universale contro la (mia) prolissità

15 Gen

La brevità è l’anima stessa della saggezza.

(William Shakespeare)

Il loro doppio

12 Gen

Gli italiani non hanno mai amato la propria anima ma hanno sempre amato con passione travolgente il loro doppio, il loro personaggio: quel pittoresco buffone, quell’immaginoso e grottesco cialtrone, che agiva nel mondo, si esibiva, parlava di sé recitava, ostentava i propri gesti, si imponeva, qualche volta si prendeva in giro, entrava in un salotto come fosse un teatro costruito soltanto per la propria glorificazione.

 

(Piero Citati)